domenica, giugno 27, 2010

La parete che non c'è

"Synecdoche, New York"
Scritto e diretto da Charlie Kaufman, USA, 2008.

Eccentrica, struggente e visionaria parabola esistenziale e creativa di Caden Cotard (Philip Seymour Hoffman), regista teatrale con profondi problemi di instabilità emotiva e sul suo tentativo di racchiudere la complessità della propria vita affettiva e relazionale in una monumentale quanto impossibile opera teatrale.

Opera prima di Kaufman nelle vesti di regista, questo film accentua e sublima tutti i pregi ed i difetti che il cervellotico autore ha sempre riversato nelle precedenti sceneggiature (due tra tutte, "Essere John Malkovich" e "Il ladro di orchidee"), senza lesinare nei suoi classici cliché sulla fusione dei diversi piani della realtà e sullo sdoppiamento delle identità.

Il risultato è prolisso, labirintico, discontinuo e così poeticamente eccentrico da risultare amabile allo spettatore che non teme di entrare e di lasciarsi andare nella "casa di specchi" di riferimenti e riflessi senza fine che si trova qui come in ogni suo film.
Come in un frattale, il nostro sguardo si perde dentro la vita del regista Cotard, vi intravede parte della propria e vi scorge, a tratti, il trucco beffardo della scrittura dell'autore e l'ammiccante gioco di rottura della "quarta parete".

Ottimo cast. Scenografie mirabili. Regia completamente asservita alla scrittura teatrale e metateatrale. In parole povere, una chicca destinata SOLO ad un pubblico preparato o disponibile ad una esperienza insolita o agli irriducibili ammiratori di Philip Seymour Hoffman (perno centrale dell'intera pellicola, ma non unico interprete notevole).
Vivamente sconsigliato ai partigiani del "canone narrativo".

ATTENZIONE: da quanto ho capito, il film non è mai uscito in edizione italiana, per cui, se voleste vederlo, vi toccherà procurarvi una copia in edizione originale.

Buona visione!

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martedì, giugno 15, 2010

Distopie d'autore

"Alphaville"
(or. "Alphaville: Une étrange aventure de Lemmy Caution")
Scritto e diretto da Jean-Luc Godard, Francia, 1965.


Arrivato nella città di Alphaville sotto le mentite spoglie di un giornalista, l'agente segreto Lemmy Caution (Eddie Constantine) indaga e s'intrufola tra le maglie di una società organizzata e retta da un computer nel nome di una logica razionale e suprema.

Storia di fantascienza distopica in stile hard boiled, questo film del maestro della Nouvelle Vague si distingue per la sublime resa visiva che affascina e mesmerizza ancora più della linea narrativa troppo spesso sacrificata ai dialoghi fortemente impregnati di una poesia quasi troppo intellettualistica.

Nell'eterna "competizione" tra Godard e Truffaut, questo è uno dei film che mi farebbe schierare dalla parte del secondo...

Raccomandato solo a cinefili incalliti dal 5° dan in su... ;o)


Buona visione!


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martedì, giugno 08, 2010

Yankees goes to Tokyo!

"The Fast and the Furious: Tokyo Drift"
Regia di Justin Lin, USA/Giappone, 2006.

Sean Boswell (Lucas Black), è un ragazzo inquieto che cerca di compensare i disastri di una vita familiare inesistente con la passione per le quattro ruote e le corse clandestine. Dopo l'ennesimo disastro provocato in una sfida tra coetanei, la madre rinuncia all'ennesimo trasferimento di città e decide di mandare il figlio in Giappone, dove vive il padre, militare di stanza a Tokyo.
Giunto nella capitale del Sol Levante, Sean dovrà ancora una volta faticare per crearsi delle amicizie ed imparare a guidare con lo stile del drifting per tenere testa al campione locale.

Dopo la visione di "Initial D" e "Tokyo!", mi sembrava doveroso completare questa ideale serie logica con questo episodio del franchise di "The Fast and The Furious".

Sceneggiatura canonica (che più canonica non si può) e abbastanza prevedibile. Per fortuna, invece, la regia, affidata al taiwanese Justin Lin, supera di gran lunga l'estetica pseudo-adrenalinico-clippettara delle prime due pellicole della serie.

Il risultato è narrativamente scontato ed elementare, in compenso, se siete amanti di "drift" e derapate, il film è pieno zeppo di stunt da far sbavare...

Menzione speciale per il cameo di Sonny Chiba (l'Hattori Hanzo che ricorderete in "Kill Bill") e la comparsa di Keiichi Tsuchiya (pilota giapponese, meglio noto come "Drift King", uno di quelli che maggiormente ha sviluppato e reso noto questo stile di guida).

AVVERTENZA: i "puristi" potrebbero avere un malore nella parte in cui il motore di una Nissan viene montato su una Ford Mustang fastback del '67! (BLASFEMIA! BLASFEMIA!) Non dite che non vi avevo avvertito!


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venerdì, giugno 04, 2010

Una spietata Terra Promessa

"Valhalla Rising"
Regia di Nicolas Winding Refn, Danimarca/Regno Unito, 2009.

Brutale epopea di One-Eye (Mads Mikkelsen), guerriero muto schiavo di un clan vichingo. Riuscito a liberarsi dai propri carcerieri, si imbarca, insieme ad un gruppo di vichinghi cristiani alla volta della Terra Santa, ma finirà col trovarsi in una misteriosa terra sconosciuta dove la bellezza sconfinata della natura sembra riservare solo oscuri presagi.

Violento e visionario film dai dialoghi molto radi e scarni. Il debito verso "Aguirre, furore di Dio" di Herzog è evidente, tuttavia, in alcuni momenti il film indugia un po' troppo in una languida ed enigmatica teatralità alquanto lontana dall'ispirazione e della potenza immaginifica del maestro tedesco.
Il risultato, comunque non manca di una certa suggestività.

Assolutamente sconsigliato a coloro che cercano un film di semplice intrattenimento.
Consigliato ai curiosi ed a chi non si fa intimidire dalla visione di un film appena un po' più criptico e simbolico...

Buona visione!


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giovedì, giugno 03, 2010

Gli dei delle corse

"Initial D"
Regia di Andrew Lau e Alan Mak, Hong Kong, 2005.

Takumi Fujiwara (Jay Chou) è un giovane timido e taciturno che divide il suo tempo tra la scuola, la stazione di servizio nella quale lavora e le consegne notturne di tofu per conto del padre, un uomo violento e dedito all'alcool con un glorioso passato da pilota automobilistico. Quando alcuni piloti "street racer" arrivano in città per sfidare il misterioso pilota che guida di notte, magistralmente, sui tortuosi tornanti del monte Akina, gli amici di Takumi scopriranno che il cosiddetto "Dio delle Corse del Monte Akina" altri non è che il loro compagno. Takumi sarà allora costretto a confrontarsi in una serie di sfide ad alta velocità sempre più difficili e dovrà fare i conti col proprio talento e col difficile rapporto che c'è tra lui ed il padre.

Trasposizione in pellicola della serie di manga e anime creata da Shuichi Shigeno, il film conserva tutti i tic, i difetti ed i limiti delle classiche serie giapponesi meno "adulte", cionondimeno, gode comunque di una certa "freschezza" (forse anche un po' ingenua), frutto del tocco dei registi, esperti professionisti del cinema d'azione di Hong Kong .

Solo per appassionati di manga o per feticisti del "drift".


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