martedì, agosto 30, 2011

Chi più spende...

Non è saggio pagare troppo.
Ma pagare troppo poco è peggio.
Quando si paga troppo si perde un po’ di denaro, e basta.
Ma se si paga troppo poco si rischia di perdere tutto, perché la cosa comperata potrebbe non essere all’altezza delle proprie esigenze.
La legge dell’equilibrio negli scambi non consente di pagare
poco e di ricevere molto : è un assurdo.
Se si tratta col più basso offerente, sarà prudente aggiungere qualcosa per il rischio che si corre ; ma se si fa questo si avrà abbastanza per acquistare qualcosa di meglio.

attribuita a John Ruskin (1819 - 1900)

Fotogramma tratto da L'Avaro, regia di Tonino Cervi
(adattamento dell'opera di
Molière), Italia, 1990.

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domenica, agosto 21, 2011

Una luce spenta...

"Lanterna Verde"
(or. "Green Lantern")
Regia di Martin Campbell, USA, 2011.


Hal Jordan (Ryan Reynolds) è un pilota collaudatore di aerei da guerra, spericolato, sfrontato, pieno di sé, irresponsabile eppure vulnerabile nell'animo a causa dei traumi del suo passato. Quando l'alieno Abin Sur arriva morente sul pianeta Terra, su Hal ricadrà il compito di succedergli e di entrare nel corpo delle "Lanterne Verdi", una squadra cosmica speciale cui è affidato il compito di vegliare sull'Universo e di sventare i pericoli che lo minacciano, grazie all'utilizzo di uno speciale anello che dona ai suoi possessori superpoteri immensi. Spaventato dalla responsabilità che il ruolo comporta, Hal tentennerà parecchio, ma, quando la minaccia dell'entità aliena Parallax, incarnazione del sentimento della Paura, giunge sulla Terra, la scelta di vestire i panni dell'eroe sarà d'importanza vitale per il suo pianeta e per i suoi affetti.

Ispirato all'omonima serie a fumetti statunitense nata negli anni '40 ed edita dalla DC Comics, il film ripropone uno degli eroi fumettistici di maggiore successo della casa editrice.

A voler indagare a fondo questa trasposizione cinematografica, bisognerebbe prima essere dei conoscitori dell'universo fantastico dal quale proviene e cui fa riferimento, tuttavia, non potendo il sottoscritto annoverarsi tra gli esperti del genere e constatando la titanica impresa di districarsi tra migliaia di episodi pubblicati nel corso dei decenni tra continuum paralleli, universi alternativi, cross-over, team-up, spin-off, reboot e canoni rivisitati, non ci resta altro che la possibilità di valutare la pellicola come prodotto di intrattenimento in sé e valutarla singolarmente.

Concretizzatosi dopo il naufragio dell'idea di portare sullo schermo una versione comica del personaggio, interpretata da Jack Black, e giunto in produzione dopo diversi rimaneggiamenti della sceneggiatura, ad opera di differenti autori, il film rende chiaro, sin dalle prime sequenze, come la Warner abbia scelto di distribuire un prodotto dalle spiccate qualità effettistiche e visive, spingendo molto sull'utilizzo della computer grafica più consistente e sul richiamo che il personaggio di Lanterna Verde (ed il 3D) avrebbero esercitato su un pubblico da multiplex; tuttavia, superato l'impatto iniziale che la confezione può sortire sullo spettatore, ci si rende conto molto presto della totale esilità della sostanza narrativa: una infinita sequela di melensi dialoghi pleonastici e ripetitivi di insopportabile banalità (propinati ad ogni pie' sospinto da un cast di interpreti bellocci e senza troppa anima), ed il susseguirsi di scene che cadono nel didascalismo più disarmante, telefonano già nei primi minuti il prevedibile sviluppo ed epilogo dell'intreccio (per altro, quasi inesistente) e ci lasciano quale unico impegno quello di guardare gli effetti speciali dall'immancabile ed invadente predominanza cromatica verde.

Martin Campbell, neozelandese cresciuto professionalmente nella televisione inglese, che ha firmato diversi film hollywoodiani da botteghino ("Agente 007 - GoldenEye", "Vertical Limit", "La maschera di Zorro", tanto per citarne alcuni), si mostra piuttosto disinvolto ed a proprio agio nella resa delle sequenze d'azione e combattimento, alcune delle quali abbastanza godibili, ma, purtroppo, manca dello spessore, dell'originalità o anche della semplice lucidità di visione che nomi del calibro di Christopher Nolan ("Batman Begins" e "Il Cavaliere Oscuro"), Ang Lee ("Hulk") o Sam Raimi ("Spider-Man") hanno saputo sfoderare quando si sono cimentati con le loro versioni di eroi d'inchiostro; Campbell ci lascia così negli occhi e nella mente la sensazione che "Lanterna Verde" sia il frutto del più effimero intrattenimento infantile, poco più che un vuoto giocattolo, un'anteprima di quella che potrebbe essere un'ennesima saga cinefumettistica pronta a snocciolare in sala e con cadenza annuale i suoi futuri episodi. Oppure, chissà che non ci si debba aspettare, come nel caso del progetto de "I Vendicatori" al quale stanno lavorando i Marvel Studios, un più ampio progetto che riunirà in un unico franchise tutti gli eroi DC della "Justice League of America"?!

Da ignorare senza troppi rimpianti.




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venerdì, agosto 19, 2011

Dei santi e dei bevitori...

Questa è la storia di Danny, degli amici di Danny e della casa di Danny. È la storia di come queste tre cose diventarono una sola.

A Pian della Tortilla, parlare della casa di Danny non significa parlare di una costruzione di legno incrostata di calce e stretta dai lacci d'un vecchio cespo rampicante di rosa castigliana. No, quando uno parla della casa di Danny, parla di uomini che, costituiti in unità, largirono filantropia, e conobbero dolcezza, gioia e, infine, mistico dolore.
Poiché la casa di Danny fu simile alla Tavola Rotonda, e gli amici di Danny non furono dissimili dai Cavalieri di quella.
E questa è la storia di come il gruppo pervenne a formarsi, come fiorì e raggiunse pienezza di organismo vitale. Riguarda, questa storia, le avventure degli amici di Danny, e tratta del buono che essi fecero, e dei loro propositi, i loro pensieri, i loro sforzi. Spiega infine in qual modo il talismano andò perduto e il gruppo si sciolse.
A Monterey, vecchia città marina della California, queste cose sono note e vengono ripetute, magnificate, a volte anche, naturalmente, esagerate. È bene dunque, fissarle sulla carta, perché, in un tempo futuro, i dotti non possano dire come dicono di Re Artù, di Orlando e di Robin Hood: "Danny? Gli amici di Danny? La casa di Danny? Tutte leggende. Danny è un dio della natura, e i suoi amici sono simboli primitivi del vento, del cielo, del sole."
Questa storia è scritta allo scopo di reprimere lo scherno sulle labbra dei dotti biliosi.

John Steinbeck, Pian della Tortilla, 1935.



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