venerdì, maggio 30, 2008

Mutant view

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domenica, maggio 25, 2008

Etimologie incredule

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sabato, maggio 24, 2008

Eroi di ieri. Eroi di oggi.

Oddio dove sono. Ah ecco.
Actarus spinge un carrello all'interno di un grande centro commerciale, sente il freddo del ferro sotto ai guanti, la rotellina a destra è difettosa, fa fatica a tenere dritto il carrello. Avanti tutta! Con la tutina liscia e il casco alzato attraversa il reparto del pesce, poi quello dei latticini, yogurt, stracchini, latte condensato, panna, burro. Gli gira la testa, gli fa male la testa, tra una puntata e l'altra ti rimane la Peroni in corpo. Strano fenomeno, pensa. Magari ti trovi vestito in un modo completamente diverso, magari nella puntata precedente eri abbronzato e in questa no ma ti rimane la Peroni in circolo, strano. Gira tutto, gli si chiudono gli occhi e si regge sul carrello quando sta per cadere e scivola con il piede contro una scatola di tonno. Cosa c'è tra una puntata e quella successiva? Subito pensa ad altro, come quando ti svegli dal sonno con un pezzo di sogno davanti e subito lo scordi e subito pensi alla giornata, a quello che c'è da fare, vai distruggi il male vai. Quanto le fanno, le mozzarelle? 2X1, alabarda atomica, le prendo. Sul carrello non gli è rimasto spazio, ha incolonnato quattro casse di Peroni da 75 cl, erano in offerta. Anche il salmone è in offerta, salmone finlandese al trenta per cento, lo prendo.
Un bambino lo sta puntando con il dito, dice alla madre che quello è il pilota del robot che gli piace tanto. Actarus fa finta di niente, tuttavia non può fare a meno di seguirli con la coda dell'occhio. Tempesta magnetica quanto mi rompono i complimenti! Bambino mio, non c'è niente di divertente e avventuroso nelle missioni spaziali. Vorrebbe dirglielo davvero, pensa. Che bello essere come loro, senza questa stretta e ridicola tutina ventiquattr'ore su ventiquattro, con le alette davanti che ti fanno volare all'indietro o comunque senza vedere dove stai andando, e la calzamaglia che ti si ficca dentro il culo e stai sempre lì a grattarti. Ora è la mamma del bambino che lo fissa, neanche male, magari anche lei segue la guerra e i suoi risvolti. Non ce la faccio più, cosa sono venuto a fare qui? La spesa, deve concentrarsi sulla spesa. E poi? Ah. Il costo dei biglietti per la Stella Fleed, certo, ora deve passare in agenzia e iniziare a risparmiare perché chissà quanto costa il biglietto dell'astronave. Il bambino sta spingendo la madre verso il nostro eroe.

-Mamma, è lui, è lui!

Actarus fa finta di niente, si concentra su un tonno a trance di marca spagnola. No, meglio questi filetti di balena al trenta per cento, devo risparmiare, chissà quanto costa rivedere la mia bellissima Stella Fleed, luogo di libertà, pace, lavoro, amore, sesso: Oh Stella dove le caprette ti fanno... c'hai una cartina?

Il Bambino è a pochi passi.

-Mamma, guarda, è lui.
-Lascia in pace il signore...
-Mamma, è proprio come in televisione!

Actarus deve affrontarli, gli chiederanno l'autografo, gli chiederanno cosa prova a lottare le forze che vogliono annientare la Terra, se è difficile guidare Goldrake, quanto pesa l'alabarda spaziale, eccetera.

-Mamma hai visto quanto è bello Jeeg Robot.

Ha sentito bene?

-Jeeg me lo fai un autografo?

Tuono spaziale! Ma quanto è ritardato questo nano? Non sa neanche guardare la televisione, pensa Actarus.

-Dai, fatti lanciare i componenti, Jeeg!

Amico questo è il TUO pianeta, il TUO futuro, lì fuori c'è una guerra che dovrebbe farti scattare come una molla, guarda che tra un paio di anni cominciano a chiamare pure i bambini e allora sono cavoli tuoi. Actarus finge di guardare il suo orologiofonino. Prende il foglio che gli porge il bambino e firma con uno scarabocchio, qualcosa che potrebbe sembrare sia Goldrake che Jeeg Robot, tanto il bambino a questo punto non sa nemmeno leggere, sicuro.


Claudio Morici, Actarus. La vera storia di un pilota di robot, 2007.


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giovedì, maggio 22, 2008

Got what you need?

You Can't Always Get What You Want
(The Rolling Stones)

I saw her today at a reception
A glass of wine in her hand
I knew she would meet her connection
At her feet was her footloose man

No, you can't always get what you want
You can't always get what you want
You can't always get what you want
And if you try sometime you find
You get what you need

Oh yeah, hey hey hey, oh...

And I went down to the demonstration
To get my fair share of abuse
Singing, "We're gonna vent our frustration
If we don't we're gonna blow a 50-amp fuse"
Sing it to me now...

You can't always get what you want
You can't always get what you want
You can't always get what you want
But if you try sometimes well you just might find
You get what you need
Oh baby, yeah, yeah!

I went down to the Chelsea drugstore
To get your prescription filled
I was standing in line with Mr. Jimmy
And man, did he look pretty ill
We decided that we would have a soda
My favorite flavor, cherry red
I sung my song to Mr. Jimmy
Yeah, and he said one word to me, and that was "dead"
I said to him

You can't always get what you want, no!
You can't always get what you want (tell ya baby)
You can't always get what you want (no)
But if you try sometimes you just might find
You get what you need
Oh yes! Woo!

You get what you need--yeah, oh baby!
Oh yeah!

I saw her today at the reception
In her glass was a bleeding man
She was practiced at the art of deception
Well I could tell by her blood-stained hands

You can't always get what you want
You can't always get what you want
You can't always get what you want
But if you try sometimes you just might find
You just might find
You get what you need

You can't always get what you want (no, no baby)
You can't always get what you want
You can't always get what you want
But if you try sometimes you just might find
You just might find
You get what you need, ah yes...


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martedì, maggio 20, 2008

Postcard from urban hell


IT'S A F*CKIN' RAINY MORNING.
OH SHIT!

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domenica, maggio 18, 2008

Memoriale in La minore

Mezzanotte della ragione
è la mia alba di stanchezza.
Non credo sia
una questione di quantità,
ma la qualità, in effetti,
comincia a starmi stretta...


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martedì, maggio 13, 2008

Nel segno del (post)Pop



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lunedì, maggio 12, 2008

Calendario perpetuo

Ho sentito già
il profumo resinoso dell'estate...
...ma il posto è ancora sbagliato
e neanche il tempo è il suo...


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domenica, maggio 11, 2008

Let's play the game...

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mercoledì, maggio 07, 2008

Etimologie di servizio [2 di 2]

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martedì, maggio 06, 2008

Etimologie di servizio [1 di 2]

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domenica, maggio 04, 2008

La notte senza vita


Sono adesso
come un fiammifero al servizio di un
re deposto,
l'ultimo baluardo a difesa di una
rocca abbandonata,
lo strenuo nemico di un invasore
che più non esiste.


Pablo Luis Mendoza, Memorie senza terra, 1954

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sabato, maggio 03, 2008

Il postulato di Lavazza-Bialetti

Esiste una legge per la quale la misura esatta della guarnizione per una caffettiera esiste solo e soltanto nel momento e nel luogo esatto in cui ci si accinge a comprare la caffettiera stessa.

L'esistenza di una quantità x (essendo x maggiore del numero di guarnizioni che saremmo disposti a comprare nel momento dell'acquisto di una caffettiera) ha come conseguenza diretta l'insorgenza spontanea della convinzione che continueremo a trovare sul mercato una adeguata disponibilità di guarnizioni da caffettiera della misura esatta, per tutta la durata della caffettiera in questione.

L'esperienza ci mostra come il valore di x divenga immediatamente pari a 0 nel momento in cui avremo usurato la guarnizione in dotazione con la caffettiera da noi acquistata e l'unica guarnizione di scorta della quale eravamo in possesso.



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venerdì, maggio 02, 2008

Primi fiori di maggio

Perdere l'anima...
e poi ritrovarla in un pomeriggio,
al suono di chitarra
e profumo di prato verde
di primavera!...


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giovedì, maggio 01, 2008

Una dépendance dell'inferno

Un ragazzo ho mandato alla camera a gas di Huntsville. Uno e soltanto uno. Su mio arresto e mia testimonianza. Sono andato a trovarlo due o tre volte. Tre volte. L'ultima volta il giorno dell'esecuzione. Non ero tenuto ad andarci, ma ci sono andato lo stesso. E non ne avevo certo voglia. Aveva ammazzato una ragazzina di quattordici anni e posso dirvi subito che non ho mai avuto questa gran voglia di andarlo a trovare né tantomeno di assistere all'esecuzione però ci sono andato lo stesso. I giornali scrissero che era un crimine passionale e lui mi disse che la passione non c'entrava niente. Lui con quella ragazzina ci usciva insieme, anche se era così piccola. Il ragazzo aveva diciannove anni. E mi disse che da quando si ricordava aveva sempre avuto in mente di ammazzare qualcuno. Mi disse che se fosse uscito di galera l'avrebbe rifatto daccapo. Disse che lo sapeva che sarebbe andato all'inferno. Proprio così, parole sue. Io non so cosa pensare. Non lo so proprio. Mi pareva di non aver mai visto uno come lui e mi è venuto da chiedermi se magari non era un nuovo tipo di persona. Li ho guardati mentre lo legavano alla sedia e chiudevano la porta. Il ragazzo poteva avere l'aria un tantino nervosa ma niente di più. Lo sapeva che da lì a un quarto d'ora sarebbe stato all'inferno. Io ci credo. E ci ho pensato tanto. Non era difficile parlare con lui. Mi chiamava sceriffo. Ma io non sapevo cosa dirgli. Cosa si dice a uno che per sua stessa ammissione non ha l'anima? Perché gli si dovrebbe dire qualcosa? Ci ho pensato proprio tanto. Ma lui era niente in confronto a quello che sarebbe venuto dopo.


Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi, 2005.



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