lunedì, giugno 23, 2008

Here comes Rock 'n' Roll



R.I.P.
Bo Diddley
(McComb, 30 dicembre 1928 – Archer (Florida), 2 giugno 2008)

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venerdì, giugno 20, 2008

L'insondabile profondità del nulla

In quello che assurdamente definiamo passato, la Guida galattica per gli autostoppisti ha avuto molte cose da dire sul tema degli universi paralleli.

Tuttavia pochissime di queste cose risultano minimamente comprensibili a chiunque si trovi sotto il livello di Dio Superiore, e siccome, come ormai tutti sanno, gli dei conosciuti, diversamente da quanto solevano affermare, sono nati non la settimana prima, ma tre milionesimi di secondi dopo che l'universo fu iniziato, essi in questo momento sono già abbastanza indaffarati a dare spiegazioni in tale campo per poter elargire commenti su questioni di fisica profonda.
Però dalla Guida apprendiamo un particolare incoraggiante sull'argomento degli universi paralleli, ossia che non abbiamo la più remota possibilità di comprenderli. Siamo quindi liberi, volendo, di dire: -Cosa? Eh?- e perfino fare boccacce e barbugliare senza timore di renderci ridicoli.
La prima cosa da capire sugli universi paralleli, afferma la Guida, è che essi non sono paralleli.
E' anche importante capire che, a rigor di termini, non sono nemmeno universi, ma è più facile cercare di capirlo un po' più tardi, quando si è già capito che tutto quanto si era capito fino a quel momento non era vero.
Il motivo per cui non sono universi è che qualsiasi universo non è in realtà una vera e propria cosa, ma solo un modo di osservare quel che tecnicamente è definito GCG, o Gran Casino Generale. In realtà nemmeno il Gran Casino Generale esiste, ma è la somma delle diverse ottiche da cui lo si potrebbe guardare se esistesse.
Il motivo per cui gli universi non sono paralleli è lo stesso per cui non è parallelo il mare. E' un aggettivo in questo caso privo di significato. Si può dividere il Gran Casino Generale in qualunque modo si voglia, e si otterrà sempre qualcosa che qualcuno chiamerà casa.
Ora sentitevi pure liberi di barbugliare.


Douglas Adams, Praticamente Innocuo, 1992


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domenica, giugno 15, 2008

Diario di viaggio

Mi piace viaggiare in treno, è come essere dappertutto e in nessun luogo al tempo stesso. Hai la sensazione di essere lì perché non potrebbe essere altrimenti, di esserci per un motivo ben preciso. E' un modo sublime e misterioso di perdersi dentro di sé, mentre tutto scorre a perdita d'occhio. A volte sai dove arriverai, a volte no, e non dipende certo dalla conoscenza della destinazione.
Dentro un treno c'è la vita che scorre arcana.


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sabato, giugno 07, 2008

Wall-paper



Un grazie a Super-raffa per la segnalazione.

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giovedì, giugno 05, 2008

Quel che non è stato...

Io non racconto mai bugie. Mia madre diceva sempre che dipendeva dal fatto che sono una brava persona. Invece non dipende dal fatto che sono una brava persona. E' così perché non sono capace di raccontare bugie.
Mia madre era minuta e sapeva di buono. Qualche volta portava un maglione di pile con la cerniera aperta sul davanti, che era di colore rosa e con una minuscola etichetta con la scritta Berghaus sul seno sinistro.
Una bugia vuol dire raccontare che è successa una cosa e invece non è vero. Soltanto una cosa può avvenire in un determinato momento e in un determinato luogo. E ci sono un'infinità di cose che non sono successe in quel determinato momento e in quel determinato luogo. Ma se comincio a pensare a una cosa che non è mai successa, non riesco a smettere di pensare anche a tutte le altre.
Per esempio stamattina a colazione ho mangiato dei Ready Brek e un frullato caldo al gusto di lampone. Se però dico di avere mangiato degli Shreddies e una tazza di tè (1), comincio a pensare ai Coco-Pops e alla limonata e al porridge e a una lattina di Dr Pepper e al fatto che non stavo facendo colazione in Egitto, e poi che non c'era un rinoceronte nella stanza e che mio padre non portava la tuta da sub e così via, e anche solo scrivere queste cose mi fa venire le vertigini e mi spaventa, come mi succede quando mi trovo in cima a un enorme edificio e ci sono migliaia di case e di auto e di persone sotto di me e ho il cervello così affollato da tutte queste cose che ho paura di dimenticarmi di stare dritto e di tenermi alla ringhiera e penso che cadrò di sotto e mi ammazzerò.
Ed ecco un altro motivo per cui non mi piacciono i romanzi, perché raccontano bugie su cose mai avvenute e mi fanno venire le vertigini e mi spaventano.
Ed ecco perché tutto ciò che ho scritto è vero.

(1) E comunque non avrei mai mangiato Shreddies e tè perché sono tutt'e due marroni.


Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, 2003.


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