venerdì, settembre 29, 2006
sabato, settembre 23, 2006
Legàmi
Un tocco, uno screzio di buio può schiarire il mio ego annebbiato?...
Chissà, forse è solo pigrizia d'intenti o sonno di voglie!...
Chissà, forse è solo pigrizia d'intenti o sonno di voglie!...
Etichette: Rotomind
martedì, settembre 19, 2006
Una boccata di satira ultralight
"Thank you for Smoking", scritto e diretto da Jason Reitman, USA, 2005.
Terminata l'estate e ritornati ai ritmi ed alle occupazioni abituali, riprendiamo pian piano l'abitudine sana e rassicurante di coltivare il piacere del cinema in sala. Quale debutto stagionale può essere migliore di una commedia vivace e frizzante?!...
Il protagonista della storia è Nick Naylor (Aaron Ekhart), portavoce (o, come si autodefinisce durante il film, "lobbista") per conto di un grosso gruppo di produttori del tabacco. Alle prese con gli arabeschi dialettici che stanno alla base della sua professione e con il figlio dodicenne che lo studia come fosse un manuale di comportamento, Naylor affronta la sua vita come fosse un imbonitore con l'unica missione di ottenere ragione per sé e per la gente che egli rappresenta.
Tratta da un libro di Christopher Buckley, la storia è stata trasposta sul grande schermo da Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman (elemento molto attivo nel gruppo che passa sotto l'etichetta di National Lampoon, regista e produttore di commedie di successo quali "Ghostbusters", "I Gemelli" ed "Evolution"). L'impronta ereditaria dello spirito goliardico dissacratorio emerge sin dalla prima sequenza, mentre lo stile visivo debutta citando un po' tutti quei cliché vezzosi che dominano il genere nelle produzioni dei giovani registi alla ribalta (fermi-immagine ironici accompagnati da voci-pensiero dalla innocente sincerità, inserti esplicativi in stile animazione-Flash, piccole ricercatezze di montaggio che rendono alla moda la narrazione visiva), ma rinuncia a calcare la mano per assestarsi ben presto su uno stile registico per nulla eccessivo.
Lo sviluppo della storia è alquanto lineare, quasi piatto, ma i meriti del film stanno altrove.
I personaggi sono caricature, quasi stereotipi, che si esprimono secondo i luoghi comuni che l'immaginario collettivo associa ad ognuno di loro; i dialoghi, però, hanno un ritmo del tutto godibile con alcune battute irresistibili ed un'etica al contrario, basata sui paradossi dell'ipocrita mania tutta moderna (e in buona parte americana) della caccia all'untore. Gli attori prestano i loro volti-figurina a questi profili socio-mediatici in maniera appropriata e lasciano in superficie, proprio dove deve stare in questo caso, tutto ciò che il film vuole mostrare allo spettatore... d'altra parte, il film non vanta la benchè minima velleità d'inchiesta o documentario!
Ekhart ci restituisce un post-yuppie con la faccia da schiaffi tutto mossettine ed ammiccamenti che vive ed argomenta come fosse sempre davanti ad un uditorio da convincere; William Macy è nei panni di un senatore ambientalista e naif dall'imbarazzo facile (che tanto ci ricorda alcuni suoi precedenti cinematografici in "Fargo", "Hollywood, Vermont" e "Magnolia"); a seguire, una simpatica schiera di attori-feticcio come Robert Duvall, Sam Elliott e J.K. Simmons che giocano sulla memoria delle loro passate interpretazioni più famose. Unica nota che ho trovato stonata, il faccino sbilenco da eterna teenager di Katie Holmes, alla quale, ahimè, non riesco proprio a concedere la credibilità necessaria ad immaginarla nei panni di giornalista rampante!
Le risate sono assicurate, l'umorismo è piuttosto salace e talvolta abbastanza "nero" (se non siete nello spirito di sopportare battute sui tumori, risparmiatevi la visione) e, per fortuna, il film non si conclude con la morale che sospettavo dopo avere visto il trailer; tuttavia, non riesco a vederlo pienamente come un film politicamente scorretto... ma questo, probabilmente, dipende molto dal grado personale di sensibilità!
In generale, se il giovane Reitman dovesse mirare a ricreare l'umorismo scanzonato che ha decretato il successo della filmografia del padre (e di tutta quella cricca nata e cresciuta nell'incubatrice del "Saturday Night Live"), direi che "Thank you for smoking" può essere un adeguato biglietto da visita presso un pubblico vasto.
Se avete voglia di passare una serata spensierata al cinema, con un film dai dialoghi scoppiettanti ed un pizzico di umorismo cinico, allora questo film potrebbe fare al caso vostro, ma non pensiate di trovare una risposta ai dubbi morali dell'etica del dio-denaro, vi sarà concesso solo di "ghignare"!
Tratta da un libro di Christopher Buckley, la storia è stata trasposta sul grande schermo da Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman (elemento molto attivo nel gruppo che passa sotto l'etichetta di National Lampoon, regista e produttore di commedie di successo quali "Ghostbusters", "I Gemelli" ed "Evolution"). L'impronta ereditaria dello spirito goliardico dissacratorio emerge sin dalla prima sequenza, mentre lo stile visivo debutta citando un po' tutti quei cliché vezzosi che dominano il genere nelle produzioni dei giovani registi alla ribalta (fermi-immagine ironici accompagnati da voci-pensiero dalla innocente sincerità, inserti esplicativi in stile animazione-Flash, piccole ricercatezze di montaggio che rendono alla moda la narrazione visiva), ma rinuncia a calcare la mano per assestarsi ben presto su uno stile registico per nulla eccessivo.
Lo sviluppo della storia è alquanto lineare, quasi piatto, ma i meriti del film stanno altrove.
I personaggi sono caricature, quasi stereotipi, che si esprimono secondo i luoghi comuni che l'immaginario collettivo associa ad ognuno di loro; i dialoghi, però, hanno un ritmo del tutto godibile con alcune battute irresistibili ed un'etica al contrario, basata sui paradossi dell'ipocrita mania tutta moderna (e in buona parte americana) della caccia all'untore. Gli attori prestano i loro volti-figurina a questi profili socio-mediatici in maniera appropriata e lasciano in superficie, proprio dove deve stare in questo caso, tutto ciò che il film vuole mostrare allo spettatore... d'altra parte, il film non vanta la benchè minima velleità d'inchiesta o documentario!
Ekhart ci restituisce un post-yuppie con la faccia da schiaffi tutto mossettine ed ammiccamenti che vive ed argomenta come fosse sempre davanti ad un uditorio da convincere; William Macy è nei panni di un senatore ambientalista e naif dall'imbarazzo facile (che tanto ci ricorda alcuni suoi precedenti cinematografici in "Fargo", "Hollywood, Vermont" e "Magnolia"); a seguire, una simpatica schiera di attori-feticcio come Robert Duvall, Sam Elliott e J.K. Simmons che giocano sulla memoria delle loro passate interpretazioni più famose. Unica nota che ho trovato stonata, il faccino sbilenco da eterna teenager di Katie Holmes, alla quale, ahimè, non riesco proprio a concedere la credibilità necessaria ad immaginarla nei panni di giornalista rampante!
Le risate sono assicurate, l'umorismo è piuttosto salace e talvolta abbastanza "nero" (se non siete nello spirito di sopportare battute sui tumori, risparmiatevi la visione) e, per fortuna, il film non si conclude con la morale che sospettavo dopo avere visto il trailer; tuttavia, non riesco a vederlo pienamente come un film politicamente scorretto... ma questo, probabilmente, dipende molto dal grado personale di sensibilità!
In generale, se il giovane Reitman dovesse mirare a ricreare l'umorismo scanzonato che ha decretato il successo della filmografia del padre (e di tutta quella cricca nata e cresciuta nell'incubatrice del "Saturday Night Live"), direi che "Thank you for smoking" può essere un adeguato biglietto da visita presso un pubblico vasto.
Se avete voglia di passare una serata spensierata al cinema, con un film dai dialoghi scoppiettanti ed un pizzico di umorismo cinico, allora questo film potrebbe fare al caso vostro, ma non pensiate di trovare una risposta ai dubbi morali dell'etica del dio-denaro, vi sarà concesso solo di "ghignare"!
Buona visione
Etichette: Cinevisioni
sabato, settembre 16, 2006
mercoledì, settembre 13, 2006
domenica, settembre 03, 2006
Ritornelli luciferini
Capita a tutti, certe mattine, di svegliarsi con un ritornello insistente che gira per la testa... e di solito, si tratta della più odiosa delle canzoni che imperversa per radio, tv e media vari!
Il mio ritornello di stamattina, per fortuna, non è nessuno dei vari tormentoni del momento... forse è solo la voce di "qualcuno" che reclama le sue attenzioni, in opposizione a quella "Personal Jesus" che di recente sta dominando il mio immaginario (nella tenebrosa interpretazione di Mr. Cash).
Per tanto tempo ho sentito la canzone-simbolo degli Stones nelle sue versioni live, con arrangiamenti molto pomposi (sebbene sempre in chiave rock), tappeti musicali invadenti ed un Jagger più rock-star che interprete.
Quando ho finalmente potuto ascoltare la versione originale, dall'album "Beggars Banquet", ho riscoperto il senso vero di questo pezzo, con il suo intro fatto di congas ed il coro quasi tribale a evocare notturni rituali voodoo, il fraseggio di pianoforte come accompagnamento costante, gli sprazzi solisti di quella chitarra acuta e stridula ed un istrionico Mick Jagger che esprime tutto il suo mefistofelico appeal e dona al testo un significato mille miglia lontano dalla semplicistica accusa di satanismo che spesso ha colpito questo pezzo così ironico e pungente al tempo stesso...
Il mio ritornello di stamattina, per fortuna, non è nessuno dei vari tormentoni del momento... forse è solo la voce di "qualcuno" che reclama le sue attenzioni, in opposizione a quella "Personal Jesus" che di recente sta dominando il mio immaginario (nella tenebrosa interpretazione di Mr. Cash).
Per tanto tempo ho sentito la canzone-simbolo degli Stones nelle sue versioni live, con arrangiamenti molto pomposi (sebbene sempre in chiave rock), tappeti musicali invadenti ed un Jagger più rock-star che interprete.
Quando ho finalmente potuto ascoltare la versione originale, dall'album "Beggars Banquet", ho riscoperto il senso vero di questo pezzo, con il suo intro fatto di congas ed il coro quasi tribale a evocare notturni rituali voodoo, il fraseggio di pianoforte come accompagnamento costante, gli sprazzi solisti di quella chitarra acuta e stridula ed un istrionico Mick Jagger che esprime tutto il suo mefistofelico appeal e dona al testo un significato mille miglia lontano dalla semplicistica accusa di satanismo che spesso ha colpito questo pezzo così ironico e pungente al tempo stesso...
Sympathy for the Devil
(The Rolling Stones)
Please allow me to introduce myself
I'm a man of wealth and taste
I've been around for a long, long year
Stole many a man's soul and faith
And I was round when Jesus Christ
Had his moment of doubt and pain
Made damn sure that Pilate
Washed his hands and sealed his fate
Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what's puzzling you
Is the nature of my game
I stuck around St. Petersburg
When I saw it was a time for a change
Killed the czar and his ministers
Anastasia screamed in vain
I rode a tank
Held a general's rank
When the blitzkrieg raged
And the bodies stank
Pleased to meet you
Hope you guess my name, oh yeah
Ah, what's puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah
I watched with glee
While your kings and queens
Fought for ten decades
For the gods they made
I shouted out,
Who killed the Kennedys?
When after all
It was you and me
Let me please introduce myself
I'm a man of wealth and taste
And I laid traps for troubadours
Who get killed before they reached bombay
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what's puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah, get down, baby
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what's confusing you
Is just the nature of my game
Just as every cop is a criminal
And all the sinners saints
As heads is tails
Just call me Lucifer
cause I'm in need of some restraint
So if you meet me
Have some courtesy
Have some sympathy, and some taste
Use all your well-learned politesse
Or I'll lay your soul to waste, um yeah
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, um yeah
But what's puzzling you
Is the nature of my game, um mean it, get down
Woo, who
Oh yeah, get on down
Oh yeah
Oh yeah!
Tell me baby, what's my name
Tell me honey, can ya guess my name
Tell me baby, what's my name
I tell you one time, you're to blame
Ooo, who
Ooo, who, who
Oh, yeah
What's my name
Tell me, baby, what's my name
Tell me, sweetie, what's my name
Ooo, who, who
Oh, yeah
(The Rolling Stones)
Please allow me to introduce myself
I'm a man of wealth and taste
I've been around for a long, long year
Stole many a man's soul and faith
And I was round when Jesus Christ
Had his moment of doubt and pain
Made damn sure that Pilate
Washed his hands and sealed his fate
Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what's puzzling you
Is the nature of my game
I stuck around St. Petersburg
When I saw it was a time for a change
Killed the czar and his ministers
Anastasia screamed in vain
I rode a tank
Held a general's rank
When the blitzkrieg raged
And the bodies stank
Pleased to meet you
Hope you guess my name, oh yeah
Ah, what's puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah
I watched with glee
While your kings and queens
Fought for ten decades
For the gods they made
I shouted out,
Who killed the Kennedys?
When after all
It was you and me
Let me please introduce myself
I'm a man of wealth and taste
And I laid traps for troubadours
Who get killed before they reached bombay
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what's puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah, get down, baby
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what's confusing you
Is just the nature of my game
Just as every cop is a criminal
And all the sinners saints
As heads is tails
Just call me Lucifer
cause I'm in need of some restraint
So if you meet me
Have some courtesy
Have some sympathy, and some taste
Use all your well-learned politesse
Or I'll lay your soul to waste, um yeah
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, um yeah
But what's puzzling you
Is the nature of my game, um mean it, get down
Woo, who
Oh yeah, get on down
Oh yeah
Oh yeah!
Tell me baby, what's my name
Tell me honey, can ya guess my name
Tell me baby, what's my name
I tell you one time, you're to blame
Ooo, who
Ooo, who, who
Oh, yeah
What's my name
Tell me, baby, what's my name
Tell me, sweetie, what's my name
Ooo, who, who
Oh, yeah
Etichette: Universi sonori