martedì, settembre 19, 2006

Una boccata di satira ultralight

"Thank you for Smoking", scritto e diretto da Jason Reitman, USA, 2005.

Terminata l'estate e ritornati ai ritmi ed alle occupazioni abituali, riprendiamo pian piano l'abitudine sana e rassicurante di coltivare il piacere del cinema in sala. Quale debutto stagionale può essere migliore di una commedia vivace e frizzante?!...

Il protagonista della storia è Nick Naylor (Aaron Ekhart), portavoce (o, come si autodefinisce durante il film, "lobbista") per conto di un grosso gruppo di produttori del tabacco. Alle prese con gli arabeschi dialettici che stanno alla base della sua professione e con il figlio dodicenne che lo studia come fosse un manuale di comportamento, Naylor affronta la sua vita come fosse un imbonitore con l'unica missione di ottenere ragione per sé e per la gente che egli rappresenta.

Tratta da un libro di Christopher Buckley, la storia è stata trasposta sul grande schermo da Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman (elemento molto attivo nel gruppo che passa sotto l'etichetta di National Lampoon, regista e produttore di commedie di successo quali "Ghostbusters", "I Gemelli" ed "Evolution"). L'impronta ereditaria dello spirito goliardico dissacratorio emerge sin dalla prima sequenza, mentre lo stile visivo debutta citando un po' tutti quei cliché vezzosi che dominano il genere nelle produzioni dei giovani registi alla ribalta (fermi-immagine ironici accompagnati da voci-pensiero dalla innocente sincerità, inserti esplicativi in stile animazione-Flash, piccole ricercatezze di montaggio che rendono alla moda la narrazione visiva), ma rinuncia a calcare la mano per assestarsi ben presto su uno stile registico per nulla eccessivo.

Lo sviluppo della storia è alquanto lineare, quasi piatto, ma i meriti del film stanno altrove.
I personaggi sono caricature, quasi stereotipi, che si esprimono secondo i luoghi comuni che l'immaginario collettivo associa ad ognuno di loro; i dialoghi, però, hanno un ritmo del tutto godibile con alcune battute irresistibili ed un'etica al contrario, basata sui paradossi dell'ipocrita mania tutta moderna (e in buona parte americana) della caccia all'untore. Gli attori prestano i loro volti-figurina a questi profili socio-mediatici in maniera appropriata e lasciano in superficie, proprio dove deve stare in questo caso, tutto ciò che il film vuole mostrare allo spettatore... d'altra parte, il film non vanta la benchè minima velleità d'inchiesta o documentario!
Ekhart ci restituisce un post-yuppie con la faccia da schiaffi tutto mossettine ed ammiccamenti che vive ed argomenta come fosse sempre davanti ad un uditorio da convincere; William Macy è nei panni di un senatore ambientalista e naif dall'imbarazzo facile (che tanto ci ricorda alcuni suoi precedenti cinematografici in "Fargo", "Hollywood, Vermont" e "Magnolia"); a seguire, una simpatica schiera di attori-feticcio come Robert Duvall, Sam Elliott e J.K. Simmons che giocano sulla memoria delle loro passate interpretazioni più famose. Unica nota che ho trovato stonata, il faccino sbilenco da eterna teenager di Katie Holmes, alla quale, ahimè, non riesco proprio a concedere la credibilità necessaria ad immaginarla nei panni di giornalista rampante!

Le risate sono assicurate, l'umorismo è piuttosto salace e talvolta abbastanza "nero" (se non siete nello spirito di sopportare battute sui tumori, risparmiatevi la visione) e, per fortuna, il film non si conclude con la morale che sospettavo dopo avere visto il trailer; tuttavia, non riesco a vederlo pienamente come un film politicamente scorretto... ma questo, probabilmente, dipende molto dal grado personale di sensibilità!

In generale, se il giovane Reitman dovesse mirare a ricreare l'umorismo scanzonato che ha decretato il successo della filmografia del padre (e di tutta quella cricca nata e cresciuta nell'incubatrice del "Saturday Night Live"), direi che "Thank you for smoking" può essere un adeguato biglietto da visita presso un pubblico vasto.

Se avete voglia di passare una serata spensierata al cinema, con un film dai dialoghi scoppiettanti ed un pizzico di umorismo cinico, allora questo film potrebbe fare al caso vostro, ma non pensiate di trovare una risposta ai dubbi morali dell'etica del dio-denaro, vi sarà concesso solo di "ghignare"!

Buona visione


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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

caro Zio,
mi fa impressione questa telepatia cinematografica.
L'ho visto anch'io Domenica e sono del tuo stesso parere. Dovremo iniziare a bisticciare su qualche film però...

Comunque ti voglio dare un consiglio: anche se non è magari tua intenzione, non andare mai a vedere "Il mercante di pietre" se vuoi vedere un bel film. A meno che non ti vada di scrivere un pezzo tipo "Hostel" o ti piaccia leggere gli ultimi libri della Fallacci per criticarla al passo con i tempi (anche se adesso la ossannano tutti incondizionatamente perché è morta)
Buona giornata

3:29 PM  
Blogger Lo Zio said...

Punsai wrote: "A meno che non ti piaccia leggere gli ultimi libri della Fallacci per criticarla al passo con i tempi (anche se adesso la ossannano tutti incondizionatamente perché è morta)"

...la Fallacci al passo con i tempi... morti! ;DDD

Vabbe', per la telepatia cinematografica, in questo caso dovresti ringraziare l'amico Miky: io ero indeciso tra due o tre titoli, dunque alla fine ho lasciato a lui l'ultima parola sui film che avevo candidato alla visione!

Saluti

4:10 AM  
Anonymous Anonimo said...

grande Miky! Un saluto sussurrato da lontano mentre la mia ragazza dorme nel letto quì vicino (non vorrei svegliarla digitando troppe lettere)

1:21 AM  

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