martedì, luglio 31, 2007

Deontologia professionale

Il mio secondo caso di morte in culla è in un palazzone di cemento delle case popolari nei pressi di downtown.
Il defunto è stramazzato in un seggiolone a metà pomeriggio, mentre la babysitter piangeva chiusa in bagno. Il seggiolone era in cucina. Nel lavello c'erano montagne di piatti sporchi.
Alla redazione Cronaca Locale, Duncan, il mio caporedattore, mi chiede: "Lavello singolo o doppio?".
Un altro dettaglio di Duncan è che quando parla sputa.
Doppio, gli dico. Acciaio inossidabile. Pomelli separati per l'acqua calda e fredda, rubinetto estraibile con impugnatura a pistola e manico di porcellana. Niente diffusore a spruzzo.
E Duncan dice:"Modello di frigorifero?". Goccioline della sua saliva brillano nella luce dell'ufficio.
Amana, rispondo.
"Avevano un calendario?" I minuscoli sputi di Duncan mi innaffiano la mano, il braccio, un lato della faccia. La saliva è fredda per via dell'aria condizionata.
Sul calendario c'era il dipinto di un vecchio mulino di pietra del New England, gli dico, di quelli con la ruota e il ruscello. Omaggio di una compagnia d'assicurazioni. Sul calendario era segnato il prossimo appuntamento del bambino dal pediatra. E l'imminente esame della madre alla scuola serale. Le date, gli orari e il nome del pediatra sono tutti nei miei appunti.
E Duncan dice: "Cazzo se ci sai fare".
Sulla mia pelle e sulle labbra i suoi sputi si stanno asciugando.
Il pavimento della cucina era di linoleum grigio. I ripiani dei mobili erano rosa, con i bordi punteggiati di bruciature di sigarette. Sul mobile accanto al lavandino c'era un libro della biblioteca. Poesie e filastrocche di tutto il mondo.
Il libro era chiuso e quando l'ho poggiato sul dorso, lasciando che si aprisse da solo per scoprire fino a che punto il lettore aveva incrinato la rilegatura, si è aperto a pagina 27. E io ci ho fatto un segnetto a margine con la matita.
Il mio caporedattore chiude un occhio e con la testa mi fa un cenno di sfida. "Le incrostazioni sui piatti sporchi" dice, "di cos'erano?"
Spaghetti, dico. Sugo già pronto. Molto aglio e un sacco di funghi. Ho passato al setaccio il sacchetto della spazzatura sotto il lavello.
Duecento milligrammi di sale per porzione. Centocinquanta calorie. Non lo so cos'è che mi aspetto di trovare, ma in questi casi, come sulla scena di un delitto, cercare una pista non guasta mai.


Chuck Palahniuk, Ninna Nanna, 2002



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