domenica, marzo 15, 2009

La parte mancante

Nel pomeriggio cominciò a piovere e tutto divenne grigio piombo. Lui andò in anticamera, nella sua casa, e si mise il distintivo con la salamandra arancione in mezzo. Rimase poi a guardare la bocca dell'impianto di aerazione, per molto tempo. Sua moglie, nella saletta della TV, interruppe la lettura del copione per alzare gli occhi su di lui:
"Ehi!" disse. "Perché tanto assorto?"
"Stavo pensando a una cosa, infatti" rispose Montag.
"Volevo parlarti." Una pausa. "Hai inghiottito tutte le compresse del sonnifero questa notte."
"Oh, impossibile che io abbia fatto una cosa simile" disse lei, stupita.
"Eppure il flacone era vuoto."
"Ma è impossibile, ti dico. Perché avrei dvuto fare una cosa simile?"
"Forse, hai preso due compresse, poi, dimenticandolo, ne hai prese altre due, e, dimentica ancora, altre due, annebbiandoti talmente che hai continuato a prenderne fino ad averne trenta o quaranta in corpo."
"Diamine" osservò la donna, "a quale scopo dovrei ridurmi a fare una cosa tanto sciocca?"
"E' quello che mi domando anch'io" disse lui.
Era evidente che la donna aspettava solo di vederlo andar via.
"Non ho fatto nulla di simile" disse fermamente. "E non lo farei nemmeno in un miliardo di anni."
"Tanto meglio, se lo dici tu."
"Questo è quanto la regale signora ebbe a dire" disse lei tornando al suo copione.
"Che cosa c'è di nuovo oggi alla TV?" domandò lui con aria stanca.
Questa volta lei non alzò lo sguardo dalla lettura.
"Questa è una commedia che trasmetteranno sul canale parete-parete entro dieci minuti. Mi hanno spedito per posta la parte stamattina. Scrivono un lavoro con una parte mancante. E' una nuova idea della TV. Quella che rimane in casa, cioè io, è la parte che manca. Quando viene il momento delle battute mancanti, tutti si girano verso di me a guardarmi dalle tre pareti e io dico le battute. Qui, per esempio, l'uomo dice: Che te ne pare, di tutta questa idea, Helen?. E intanto guarda me, seduta qui, al centro del palcoscenico, vedi? E io rispondo, rispondo..." Tacque, seguendo col dito le righe del copione.
Oh, a me pare che sia un'idea stupenda! Poi la commedia va avanti normalmente fino a quando l'uomo dice: Sei d'accordo anche tu, Helen? e io rispondo: D'accordissimo!. Non è una cosa divertente, eh, Guy?"
Montag era sempre ritto in anticamera, e la fissava.
"Te lo dico io che è molto divertente" disse lei.
"Ma la commedia di che cosa tratta?"
"Te l'ho detto! Ci sono questi personaggi, che si chiamano Bob, Ruth ed Helen."
"Oh."
"Una cosa davvero divertente. E lo sarà ancora di più quando potremo fare anche l'impianto della quarta parete. Quanto tempo ancora credi che dovremo aspettare prima di poter far portare via quella parete e installare una quarta parete TV? In fondo, la spesa non supera i duemila dollari."
"Duemila dollari rappresentano quattro mesi della mia paga."
"Non supera i duemila dollari" ribattè lei. "E penso che qualche volta potresti anche ricordarti di me. Se avessimo anche la quarta parete, si potrebbe dire che questa camera non è più nostra, ma di ogni sorta di gente esotica. In fondo, facendo qualche piccolo sacrificio..."
"Stiamo già facendo parecchi piccoli sacrifici per pagare la terza parete TV. L'abbiamo fatta montare solo due mesi fa, non ricordi?"
"Davvero? Sono passati solo due mesi?" Rimase a fissarlo attentamente, seduta nel salotto della TV, per un pezzo. "Be', arrivederci, caro."
"Arrivederci" disse Montag. Si fermò e si volse.
"E' almeno a lieto fine, la commedia?"
Le venne vicino, lesse l'ultima pagina del copione, annuì, ripiegò il fascicolo e glielo rese. Poi uscì di casa, e si allontanò sotto la pioggia.

Ray Bradbury, Fahrenheit 451, 1953.


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