lunedì, febbraio 16, 2009

Un mistero privato

Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivò, aprì il pacchetto e lo liberò della carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pensionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljan. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano anche nati nello stesso giorno - fatto che in quel contesto poteva essere considerato come una sorta di ironia. Il commissario, che sapeva che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta delle undici, nell'attesa stava bevendo un caffè.

Quest'anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.
"E' arrivato."
"Cos'è, questa volta?"
"Non so che genere di fiore sia. Lo farò identificare. E' bianco."
"Nessuna lettera, suppongo?"
"No. Nient'altro che il fiore. La cornice è la stessa dell'anno scorso. Una di quelle cornici da poco che uno si monta da solo."
"Timbro postale?"
"Stoccolma."
"Calligrafia?"
"Come al solito, stampatello, tutte maiuscole. Lettere dritte e ordinate."

Con ciò l'argomento era stato esaurito e i due rimasero seduti qualche minuto in silenzio, ognuno dalla sua parte della linea telefonica. Il commissario in pensione si lasciò andare contro lo schienale della sedia davanti al tavolo della cucina, succhiando la pipa. Sapeva comunque che non ci si aspettava più che ponesse qualche domanda risolutiva oppure iperintelligente, in grado di gettare nuova luce sulla faccenda. Quel tempo era passato da un pezzo, e la conversazione fra i due anziani conoscenti aveva piuttosto il carattere di un rituale intorno a un mistero che nessun altro essere umano al mondo aveva il benché minimo interesse a risolvere.

Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne, 2005.


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