martedì, luglio 07, 2009

La visione e la passione...

"Sangue dalla spalla di Atena"
di Daniel Dreiberg


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Quando fissiamo il nero sguardo di un parrocchetto, dobbiamo auto-imparare a cogliere anche la fredda follia aliena che Max Ernst ha percepito quando ha scelto di rappresentare le sue spose nude con piume scarlatte e teste mostruose di uccelli esotici. Quando una rondine marina o un nibbio vengono catturati dall'occhio azzurro della nostra Zeiss, dobbiamo riuscire a rivedere il volo al rallentatore dei gabbiani color seppia nelle prime fotografie cinetiche di Muybridge, mentre battono le bianche ali, tracciando una lenta linea di oscilloscopio nel tempo e nello spazio.
Guardando un falco noi vediamo le minute differenze della lunghezza e della forma delle piume, laddove invece gli antichi Egizi vedevano Horus e l'occhio bruciante della sacra vendetta incarnata.
Finché non trasformeremo i nostri avvistamenti in vere visioni; finché il nostro orecchio non sarà abbastanza maturo da ricavare una sinfonia dal puro pandemonio di una voliera; fino ad allora avremo un hobby, ma non una passione.


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Oggi, quando osservo qualche esemplare di Carine Noctua, cerco di guardare oltre il fine piumaggio grigio delle zampe, oltre le macchie argentee disposte in file ordinate, come fuochi d'artificio sulla sua fronte. Invece cerco di vedere l'uccello la cui immagine i greci incisero sulle loro monete, assiso sulle spalle di Pallade Atena, che ne condivideva l'immortale saggezza. Forse, invece di misurare i ciuffi di piume sopra le orecchie, dovremmo chiederci cosa possano aver mai udito quelle orecchie. Forse, quando pensiamo a come si ancorano al ramo, con due artigli davanti e il dito esterno reversibile girato posteriormente, dovremmo fermarci un attimo e pensare che quegli stessi artigli un tempo devono aver fatto uscire del sangue dalla spalla di Pallade Atena.


Tratto da "Watchmen", di Alan Moore e Dave Gibbons, 1986/'87.



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