mercoledì, settembre 30, 2009

Ipse Dixit... prodromi...



Di quello ho visto tutti i film: è un dilettante. I film di Rossellini provano solo che gli italiani sono attori nati e che in Italia basta prendere una macchina da presa e metterci delle persone davanti per far credere che si è registi.

- Orson Welles, in "Cahiers du cinema" n. 88, 1958 -

Etichette:

C'era una volta la miseria dell'Uomo...

"The Millionaire"
(tit. or. "Slumdog Millionaire")

Regia di Danny Boyle e Loveleen Tandan, Gran Bretagna/Francia, 2008.

Una bella fiaba moderna di stampo terzomondista. Costruito in maniera piuttosto valida tanto sul piano visivo quanto su quello narrativo.
L'assunto finale, forse, può risultare un po' discutibile o eticamente "ruffiano"... ma, a ben pensarci, non c'è forse sempre un regno ed un tesoro in ogni fiaba che si rispetti?!?...


Etichette:

lunedì, settembre 28, 2009

La marea spezzata.

Strani ricordi in quella nervosa nottata a Las Vegas. Cinque anni dopo? Sei? Sembra passata una vita, o almeno un'epoca - quel tipo di culmine che non tornerà mai più. San Francisco e la metà degli anni Sessanta era un bel tempo e un bel posto da vivere. Forse ha significato qualcosa. O forse no, alla lunga... ma nessuna spiegazione, nessun insieme di parole o musiche o ricordi può toccare la consapevolezza di essere stato là, vivo, in quell'angolo di tempo e di mondo. Qualunque cosa significasse...

La Storia è difficile da conoscere, per via di tutte le stronzate che ci aggiungono, ma anche senza essere sicuri di cosa dice la Storia pare del tutto ragionevole pensare che ogni tanto l'energia di un'intera generazione si concentri in un lungo bellissimo lampo, per ragioni che sul momento nessuno capisce - e che mai spiegheranno, retrospettivamente, ciò che è veramente accaduto.
Il mio ricordo principale di quel tempo sembra aggrappato a una o a cinque o forse a quaranta notti - o mattine molto presto - quando mezzo sconvolto lasciavo il Fillmore e, invece di andare a casa, prendevo la grandiosa Lightning 650 e sfrecciavo sopra al Bay Bridge a centosessanta all'ora con indosso dei calzoncini L.L. Bean e un giubbotto Butte da pastore... irrompevo di là del tunnel di Treasure Island sullo spettacolo di luci di Oakland, Berkley e Richmond, non molto sicuro su quale uscita imboccare una volta arrivato di là (sempre spegnendo il motore al casello del pedaggio, troppo fatto per trovare la folle mentre rovistavo in cerca di spiccioli)... ma assolutamente certo che per qualunque strada fossi andato sarei arrivato in un posto dove la gente era ispirata e selvaggia, esattamente come me: nessun dubbio su questo...

C'era follia in ogni direzione, a ogni ora. Se non attraverso la Baia, allora su al Golden Gate o giù sulla 101 per Los Altos o La Honda...
Potevi sprizzare scintille dovunque. C'era una fantastica universale impressione che qualunque cosa si facesse fosse giusta, che si stesse vincendo...
E quella, credo, era la nostra ragion d'essere - quel senso di inevitabile vittoria contro le forze del Vecchio e del Male. Vittoria non in senso violento o militare: non ne avevamo bisogno. La nostra energia avrebbe semplicemente prevalso. Non c'era lotta - tra la nostra parte e la loro. Avevamo tutto l'abbrivo noi; stavamo cavalcando un'onda altissima e meravigliosa...
Ora, meno di cinque anni dopo, potevi andare su una qualsiasi collina a Las Vegas e guardare verso ovest, e con gli occhi adatti potevi quasi vedere il segno dell'alta marea - quel punto in cui l'onda, alla fine, si è spezzata per tornare indietro.

Hunter Thompson S. Thompson, Paura e disgusto a Las Vegas - Una selvaggia cavalcata nel cuore del sogno americano, 1971.


Etichette:

domenica, settembre 27, 2009

L'Amore contro la Guerra

"Una lunga domenica di passioni"
(Tit. or. "Un long dimanche de fiançailles")

Regia di Jean-Pierre Jeunet, Francia, 2004.

Melodramma sentimentale romantico ambientato all'indomani della Prima Guerra Mondiale.

La regia di Jeunet si conferma nei suoi toni tra il poetico ed il sognante, ma questa volta rinuncia a puntare troppo sul surreale per affidarsi maggiormente al dipanarsi della storia che, dietro la ricerca di un amore disperso, cela, neanche troppo velatamente, un sentito messaggio pacifista.

Non si direbbe il suo lavoro migliore, ma, di certo, raccomandabile comunque agli estimatori di Jeunet e del suo consueto cast di attori.


Etichette:

mercoledì, settembre 23, 2009

Quel che non ci aspetta...

"Æon Flux - Il futuro ha inizio"
Regia di Karyn Kusama, USA, 2005.

Pretenzioso hyper-trash fantascientifico, derivato da un anime di Mtv, che avvilisce per noia.

Forse, un soggetto del genere, a base di distopie apocalittiche post-virali, avrebbe potuto esercitare un fascino maggiore in un fumetto di "Metal Hurlant", ma, in questa veste cinematografica tutta presa a cercare l'effetto speciale, la storia ha il fiato corto e stanca presto.

Lodevole la scelta di certe scenografie e delle location (Berlino), ma nulla più... a parte i mirabili costumi elasticizzati che fasciano le notevoli forme di Charlize Theron... ;o)


Etichette:

martedì, settembre 22, 2009

Oltre il muro...

"Le vite degli altri"
Scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, Germania, 2006.

Intenso dramma a sfondo politico ambientato negli ultimi anni della DDR.

Regia alquanto accurata, interpreti perfetti ed una storia sviluppata piuttosto bene.
Unica pecca: in alcuni momenti, dà un po' l'impressione del film a tesi, tuttavia rimane comunque una pellicola ben fatta.


Etichette:

domenica, settembre 20, 2009

Chi siamo? Dove andiamo?...

Etichette:

...se qualcosa può andar male...

"Botched - Paura e delirio a Mosca"
Regia di Kit Ryan, Germania/Irlanda/GB/USA, 2007.

Sgangherata commedia horror al sapor di splatter a basso costo.

Situazioni grottesche ed una galleria di personaggi completamente sui generis, prigionieri di un edificio dove tutti sono vittime e carnefici al tempo stesso.
A tratti ricorda alcuni horror demenziali spagnoli ben noti agli appassionati del genere.
Non imperdibile, ma molto divertente e godibile per coloro che hanno un palato affine a questi gusti.


Etichette:

sabato, settembre 19, 2009

L'economia del pensiero




« Non moltiplicare gli elementi più del necessario. »

« Non considerare la pluralità se non è necessario. »

« È inutile fare con più ciò che si può fare con meno. »



Etichette:

venerdì, settembre 18, 2009

Forbidden place...

Ho creduto
di potere fermare il tempo...
e invece è il tempo che ha fermato me...


Picture by Eric Ianuzi

Etichette:

venerdì, settembre 11, 2009

La rendenzione negata

"Calvaire"
Regia di Fabrice Du Welz, Belgio, 2004.

Ottima pellicola horror che ripropone il tema della psicopatia rurale (alla "Non aprite quella porta") nello scenario della cupa campagna belga, rinunciando alle tipiche frenesie exploitation, cui ci hanno abituato gli slasher movie made in USA, per sviluppare in maniera molto più convincente, allucinata e visionaria le ombre della fissazione morbosa.

Regia perfetta, fotografia efficace ed attori mirabili!


Grazie all'amico Maurizio per avermelo consigliato!...


Etichette:

martedì, settembre 01, 2009

Interferenze nella realtà

La voce amplificata di un uomo rimbombò per la strada dall'interno del supermercato.

- Voglio dare il benvenuto a voi tutti per conto della Advanced Disaster Management, azienda privata di consulenze che elabora e mette in opera evacuazioni simulate. Siamo collegati con ventidue enti statali per portare avanti queste simulazioni avanzate di disastri. La prima, spero, di molte. Più ne proviamo, più al sicuro saremo di fronte alla realtà di un disastro. Del resto è la stessa vita che sembra procedere così, no? Si porta l'ombrello in ufficio per diciassette giorni di seguito, neanche una goccia d'acqua. La prima volta che lo si lascia a casa, via il diluvio record. Senza fallo, vero? È il meccanismo che intendiamo applicare, tra gli altri. Benissimo, al lavoro. Quando dalla sirena arriveranno tre suoni lunghi, migliaia di evacuati scelti lasceranno le loro case e i luoghi di lavoro, saliranno sulle loro vetture e si dirigeranno verso ben attrezzati rifugi d'emergenza. I responsabili del traffico correranno alle loro stazioni computerizzate. Istruzioni aggiornate verranno diffuse attraverso il sistema di trasmissione della SIMUVAC. Persone incaricate di raccogliere i campioni d'aria si schiereranno lungo la fascia di esposizione alla nube. Analizzatori dei prodotti caseari sottoporranno a test latte e alimenti scelti a caso per tre giorni nella fascia di ingestione. Oggi non stiamo sperimentando una fuoriuscita specifica. Potrebbe essere una fuoriuscita o un inquinamento qualsiasi. Vapore radioattivo, nuvolette chimiche, una foschia di origine ignota. L'importante è il movimento. Portare via questa gente dalla fascia. Durante la notte della nube grassa abbiamo imparato molte cose. Ma non c'è niente di meglio di una simulazione programmata. Se la realtà vi interferisce sotto forma di incidente d'auto o di una vittima che cade dalla barella, è importante ricordare che non siamo qui per aggiustare ossa rotte o spegnere incendi veri. Siamo qui per simulare. Le interruzioni possono costare alcune vite in un'autentica situazione di emergenza. Se impariamo a evitare le interruzioni adesso, saremo capaci di evitarle più tardi, quando sarà importante. Benissimo. Quando la sirena emetterà due lamenti lugubri, i responsabili di via faranno ricerche casa per casa, per trovare chi sia stato inavvertitamente lasciato indietro. Uccellini, pesciolini rossi, anziani, handicappati, invalidi, gente rimasta intrappolata e via dicendo. Attenzione, vittime: cinque minuti. Tutto il personale di salvataggio ricordi che non stiamo simulando un'esplosione. Quindi le nostre vittime sono sconvolte ma non presentano traumi. Tutte le loro amorose attenzioni le tengano da conto per la palla di fuoco di origine nucleare che avremo in giugno. Mancano quattro minuti e il conteggio procede. Zoppicate, vittime. E ricordatevi che non siete qui per strillare o discutere. Non abbiamo bisogno di vittime che facciano spettacolo. Non siamo a New York o a L.A. Basteranno dei leggeri gemiti.

Don DeLillo, Rumore Bianco, 1985.


Etichette: